Lo stambecco nelle dolomiti


Identikit

Stambecco alpino - Capra ibex

  • Lunghezza: maschio 120-165 cm, femmina 110-140 cm;
  • Altezza al garrese: maschio 75-95 cm, femmina 65-80 cm;
  • Peso maschio: 70-130 kg, femmina 40-65 kg.

Lo stambecco è simile ad una capra, con forme più tozze e massicce. Ha una pelliccia marrone grigiastra, di colore abbastanza omogeneo, più folta e scura in inverno. Il muso ha una colorazione uniforme. I maschi adulti hanno corna lunghe fino a un metro, con una sola curvatura, con anelli regolari e pronunciati. Nelle femmine le corna sono molto più piccole e raramente superano i 20 cm. Vive oltre il limite degli alberi, in aree rocciose con forte pendenza. Si nutre principalmente di piante erbacee. Vive in branchi, quelli maschili sono costituiti solo da individui maturi (a partire da 3-4 anni) mentre quelli femminili comprendono le femmine, i giovani e i maschi fino ai 2 anni di età. Specie quasi inconfondibile per aspetto e habitat, da lontano si distingue dal camoscio per la lunghezza delle corna nei maschi e per la colorazione omogenea del capo, sempre priva di mascherina bianca.

Area di studio

La colonia di stambecco è insediata in un aspro territorio montuoso situato nel cuore del Cadore a cui appartengono i gruppi montuosi dell’Antelao (3.264 m, la seconda cima delle Dolomiti), del Sorapis (3.205 m) e l’imponente catena delle Marmarole (2.932 m). L’ampio territorio è delimitato a nord dal torrente Ansiei, a sud-est dal fiume Piave, a sud-ovest dal torrente Boite.

Le montagne hanno versanti ampi ed articolati con grandi dislivelli, in alcuni casi oltre 2.000 metri, dal fondovalle alle cime. I versanti a sud sono particolarmente aspri, mentre quelli a nord sono caratterizzati da ampie valli glaciali, altipiani carsici e numerosi siti dove resistono piccoli ghiacciai. L’area nel suo complesso è ancora relativamente poco disturbata dalla presenza umana e dalle infrastrutture

Storia della colonia

La colonia di stambecco alpino che occupa l’area oggetto di studio ha origine da un rilascio avvenuto nelle Alpi orientali italiane nel 1965.

La riserva comunale di San Vito di Cadore progettò e realizzò questo intervento di reintroduzione in cui furono rilasciati otto individui alle pendici della Croda Marcora (Sorapis), provenienti dalla Riserva di Pontresina, nel Canton dei Grigioni (Svizzera).

Ci fu subito la perdita di due esemplari causata dallo stress da trasporto, che ridusse a sei gli animali presenti: tre maschi e tre femmine. Poco dopo una coppia migrò spontaneamente verso nord e, passando per il gruppo del Sorapis e del Cristallo, si insediò nella Croda Rossa d’Ampezzo, dando origine a una colonia ancor’oggi presente.

Nel 1975 il Comitato Provinciale della Caccia di Belluno acquistò altri 12 esemplari, quattro dei quali (un maschio e tre femmine) vennero rilasciati nel comune di San Vito di Cadore per rinforzare il piccolo nucleo esistente che non riusciva a crescere numericamente.

Da questo esiguo numero si è lentamente sviluppata una popolazione che ora è ben radicata nel territorio, nonostante alcune difficoltà dovute al bracconaggio, all’elevata consanguineità e a problemi sanitari (rogna sarcoptica).